Il ritrovamento nei pressi del sagrato
Nell’area sottostante questa fontana si trovano i resti di poderose mura medievali scoperte durante gli scavi per la riqualificazione della piazza (giugno-ottobre 2020). Tali mura presentano uno spessore notevole (da 110 a 140 centimetri) e sono costituite da pietre di fiume disposte a spina di pesce con frammenti di mattoni inseriti negli interstizi, tenuti insieme da malta di calce biancastra. La datazione della malta con il metodo del radiocarbonio ha provato che queste mura sono state costruite tra la metà del 1100 e la fine del 1200.
Fondazione del presunto vecchio ricetto, ora sotto la fontana.
I due ricetti nolesi
I relativi studi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino (Del Prete e Ratto, 2022), comparati con quelli sulla Nole medievale condotti a partire dalla fine dell’Ottocento (Bertolotti, 1878; Pola Falletti, 1945; Vigliano, 1969; Settìa, 1976; Viglino Davico, 1978; Pejrani Baricco, 1992; Ribotto, 1993; Gruppo `L Nòst Pais, 2020), fanno ipotizzare la presenza nel centro nolese di due ricetti medievali, cioè due strutture murarie costruite in tempi successivi per difendere la comunità rurale e i suoi beni da soldataglie e predoni, assai attivi nel Basso Medioevo sul territorio soggetto ai Savoia. Fortificazioni simili sorsero in quell’epoca anche nelle vicine Villanova, Mathi, Balangero e Robassomero, in altri luoghi del Torinese, come Levone, Barbania e Oglianico, e, nel Biellese, Candelo (il ricetto più pregevole e famoso).
Le mura sottostanti alla fontana farebbero parte del ricetto più antico di Nole (1100-1200) che probabilmente cingeva la Chiesa di San Vincenzo ed altri edifici pubblici, i quali servivano da deposito per i beni e rifugio per le persone in tempi di pericolo, mentre solitamente la gente abitava fuori dal recinto murario.
Il secondo, più ampio, ricetto, studiato sin dalla fine dell’Ottocento, fu costruito più tardi, nel 1336, per concessione della Marchesa Margherita di Savoia. Parte di esso è ancora visibile all’angolo delle attuali via San Vito e via Garibaldi, con le tracce della torre porta e le fessure della saracinesca di chiusura. Un suo tratto, ora coperto dalla pavimentazione, è stato rilevato durante i lavori di rifacimento della piazza, come è riportato nell’estratto qui accanto.
Le mura sottostanti alla fontana farebbero parte del ricetto più antico di Nole (1100-1200) che probabilmente cingeva la Chiesa di San Vincenzo ed altri edifici pubblici, i quali servivano da deposito per i beni e rifugio per le persone in tempi di pericolo, mentre solitamente la gente abitava fuori dal recinto murario.
Il secondo, più ampio, ricetto, studiato sin dalla fine dell’Ottocento, fu costruito più tardi, nel 1336, per concessione della Marchesa Margherita di Savoia. Parte di esso è ancora visibile all’angolo delle attuali via San Vito e via Garibaldi, con le tracce della torre porta e le fessure della saracinesca di chiusura. Un suo tratto, ora coperto dalla pavimentazione, è stato rilevato durante i lavori di rifacimento della piazza, come è riportato nell’estratto qui accanto.
Il tratto rinvenuto del ricetto del 1336.
Planimetria di piazza Vittorio Emanuele
In centro la fontana con, in arancione, l’area in cui è stato ritrovato il probabile antico ricetto. Guardando attentamente la pavimentazione della fontana, si può notare una diversità di posa che ne indica la posizione. Nell’ultima foto in basso a destra è evidenziato tale contrasto.
In viola, il tratto rinvenuto del ricetto del 1336.